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LA FIGLIA UNICA DI  ABRAHAM B. YEHOSHUA EINAUDI 2021

L’ultimo romanzo del noto scrittore israeliano è un omaggio all’Italia: è qui, infatti, che la storia si svolge, tra città del nord, villaggi di montagna e paesini della riviera.


Rachele Luzzatto, figlia e nipote unica di famosi e ricchi avvocati ebrei residenti a Milano, è una dodicenne  intelligente e curiosa, attraversata da dubbi e perplessità.


Da un lato c’è la rigorosa osservanza di regole e precetti in preparazione al suo Bat Mitzvah, che prevede anche l’apprendimento di preghiere recitate in ebraico; dall’altro c’è un mondo che la seduce e incuriosisce: la nonna materna, Paola, è un’atea convinta, mentre suo marito Ernesto è un cattolico osservante; nel mezzo scorre la vita scolastica in un Istituto statale, dove le viene proposto di interpretare il ruolo di Maria, la madre di Gesù, nella recita di Natale. 

Un’improvvisa  malattia del padre diviene occasione di riflessioni e domande sul senso della vita e della  morte. 


Yehoshua entra in punta di piedi nel territorio del dialogo tra religioni e del rispetto della fede, delle credenze e degli usi altrui.


Pur non dando risposte, il finale si apre a una debole speranza: «…il mondo non ha bisogno di un altro dio. Di dèi ce ne sono fin troppi», commenta Rachele.« C’è bisogno di qualcuno che rimanga sempre con me. Non un dio, ma un fratello …»


Che sapore rimane? Forse quello delle pietanze di nonna Paola- la nonna atea- che, per timore di violare qualche regola della Kasherut si è inventata negli anni pietanze che aggirano le insidie, tra cui i suoi famosissimi piatti di pasta di ogni tipo e colore.

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