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LE CASE DEGLI ALTRI DI JODI PICOULT, CORBACCIO

Il romanzo, un giallo narrato “polifonicamente” dai vari protagonisti, ci permette di gettare uno sguardo nella mente e nella routine di Jacob, diciottenne affetto da sindrome di Asperger. Il giovane, appassionato di crimini e ricostruzioni di scene del delitto, vive una vita scandita da abitudini impossibili da infrangere. Alcuni comportamenti (accartocciare la carta) o alcuni colori (arancione) non sono tollerati da lui e molte sono le abitudini definibili “strane”, come richiedere un menu settimanale “cromatico”: lunedì cibi di color verde, martedì gialli, mercoledì rossi, giovedì marroni, venerdì blu. La vita della famiglia, rigorosamente impostata sulle esigenze di Jacob, è faticosa per Emma, madre divorziata, e per Theo, il fratello minore costretto spesso ad assumere atteggiamenti da primogenito. Proprio per evadere da un’atmosfera familiare troppo pesante, per poter immaginare un’altra vita possibile e diversa dalla sua, Theo è solito spiare le vite “normali” nelle case abitate da altre persone.
La routine della famiglia viene sconvolta da un omicidio che sembra trovare una soluzione fin troppo facile e scontata. Lo svolgimento del processo e la ricostruzione dei fatti coinvolge il lettore, lasciandolo senza fiato, sino al disvelamento del caso, ben oltre quanto immaginato o intuito.
Alla fine della vicenda, ognuno dei protagonisti avrà fatto un passo in avanti verso una reale comprensione dell’altro, per un rovesciamento di ruoli e stereotipi non più adeguati ai nuovi tempi.
Del libro che sapore ci rimane? Sicuramente quello fresco del menù verde del lunedì.

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