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 SUL FILO DELL’ACQUA DI SARA RATTARO 2020 SOLFERINO

C’è un filo, invisibile ma potente, che lega le vicende di tutti i personaggi di cui Sara Rattaro, nel suo ultimo romanzo, segue le tracce.
In un crescendo corale, voci di donne e di uomini, in prima persona, narrano di sé, delle proprie ferite, delle proprie paure, sino ad arrivare allo scioglimento finale della matassa da cui i singoli fili sono partiti.
La storia da cui tutte le storie prendono l’avvio è quella dell’alluvione di Genova del 4 novembre 2011, che metaforicamente rappresenta tutte le alluvioni, fuori e dentro di noi, tutti i traumi che noi tutti, in vari modi e misure, sentiamo sopravvivere ancora dentro di noi, malgrado noi.
Ogni personaggio che si racconta, mettendo a nudo se stesso, il proprio passato, i propri sogni e paure, è la tessera di un puzzle che nel finale, quasi magicamente, si ricompone.
In questo modo, Sara Rattaro sembra suggerirci che non siamo isole nella corrente, ma ciascuno ha una propria strada misteriosamente legata a quella degli altri.
Che sapore ci rimane? Ovviamente quello dell’acqua…meglio se contenuta in una brocca, perché è proprio a partire da una caraffa d’acqua, scivolata a terra e finita in mille pezzi, che le varie vicende cominciano a prendere corpo.

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