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ERAVAMO SOLI DI FULVIO DI SIGISMONDO, 2020 ALTRE VOCI

È una storia di due, tre, quattro … molte solitudini quella di cui Fulvio Di Sigismondo parla in questo suo romanzo d’esordio, ben strutturato e di facile lettura.
Come da lui confessato nei ringraziamenti finali, nel libro ha intrapreso l’arduo progetto di non parlare di sé ma di persone cui si è ispirato che, magari, riconoscendosi, potrebbero arrabbiarsi oppure apprezzare, come lui stesso spera.
La vicenda, narrata in prima persona, all’interno di capitoli completamente focalizzati sui singoli personaggi (Luca, Antonio, Pezzo, Margherita, Antonio) ruota attorno a vicende che vedono coinvolti non i solo giovani d’oggi, naufraghi di una qualunque periferia di grande città, con i loro problemi e la loro rabbia in corpo, ma anche gli anziani che, pur avendo contribuito, da giovani, al costituirsi dell’attuale società, in questa società non si riconoscono più.
Prima o dopo i fili di questo strano arazzo si ricomporranno, in una sorta di passaggio del testimone dal vecchio Antonio a Luca che, grazie a questa amicizia, riuscirà a scoprire la bellezza attorno e dentro di sé, di cui prima non si era mai accorto.
Molte sono le riflessioni sull’amore, la dipendenza, la violenza, il perdono, la fiducia in sé e negli altri … che animano queste pagine che, sebbene a volte crude, raggiungono in alcuni passaggi vertici poetici.
Il sapore che ci piace accostare a questo romanzo è quello del caffè, preparato in cucina con una semplice moka, a suggellare l’amicizia e l’affetto nati tra il vecchio Antonio e il giovane Luca.

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