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IL PANETTONE NON BASTO’-SCRITTI, RACCONTI E FIABE NATALIZIE DI DINO BUZZATI A CURA DI LORENZO VIGANÒ, 2019 OSCAR MONDADORI

Per Buzzati, in quanto giornalista, il Natale era proprio un giorno di lavoro come un altro: seduto al tavolo di redazione durante le lunghe notti di chiusura, quando “Il Corriere della sera” usciva anche al 25 dicembre; come corrispondente in Africa alla fine degli anni Trenta, come inviato al fronte a bordo dell’Incrociatore Trieste durante il II Conflitto mondiale; come cronista di nera, giudiziaria, di costume nel dopoguerra e oltre… non aveva certo il tempo di festeggiare.
Nonostante ciò, sono molti i racconti, le fiabe, gli articoli a suo nome, in cui si parla, magari in maniera anticonformista, proprio del Natale.
Grazie a Lorenzo Viganò e alla cura con cui ha raccolto diversi scritti di Buzzati, possiamo godere di alcune narrazioni, aneddoti, bozzetti e schizzi illustrati in cui si parla dei sentimenti, sogni, aspettative legati a questa giornata.
Così troviamo una quasi fiaba, pubblicata sul Corriere lombardo il 26 dicembre 1945, che ci racconta di un Babbo Natale sui generis che va a portare una fisarmonica giocattolo a un ragazzino che vive a Milano in viale Montenero 66, in una casa che mostra ancora i segni della guerra; un’altra quasi fiaba divertente è quella illustrata da lui stesso e  pubblicata il 26 dicembre 1954 sull’Europeo, in cui ironizza sui buoni propositi natalizi, mettendo in scena peccatori, assassini, nemici … che trovano finalmente  la “buona strada”.
Tra le tante proposte, ci piace riportare quella pubblicata sul Corriere d’Informazione il 24-25 dicembre 1955. Visto che l’atmosfera natalizia ci invita a sentirci buoni con tutti e a nutrire sentimenti positivi che, però, già il giorno dopo sono svaniti, perché non prolungare l’atmosfera di “benevolenza” ben oltre la ricorrenza del Natale?
Facile: basterebbe non consegnare i regali preparati per l’occasione, tenerli da parte e “differirli” durante l’anno. In questo modo si potrebbe tenere accesa a lungo la bontà e non far spegnere la voce della campana.
«È inutile,» conclude Buzzati, «Natale anche questa volta si svolgerà secondo le modalità tradizionali: oggi ci sentiamo così buoni, domani sera, dopodomani al massimo, torneremo le solite carogne.»

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