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FRESCO DI STAMPA

LA CORRETTRICE- L’editor segreta di Alessandro Manzoni- di Emanuela Fontana. 2023 Mondadori

In uscita oggi, pochi giorni prima dei 150 anni dalla morte di Alessandro Manzoni.

È bello ritrovare figure moderne, come quelle di editor o di influencer, che abbiniamo inevitabilmente ai nostri tempi veloci e al nostro mondo ormai sempre più distante da carta, penne e calamai, all’interno invece di una società lontana come quella della Milano nebbiosa e fredda della prima metà dell’Ottocento.

Di una Milano ancora sotto la dominazione austriaca, una Milano in cui si parla ancora in dialetto, una Milano per certi aspetti ancora provinciale e bigotta, una Milano pettegola e curiosa.

«La mia ambizione è che questo lavoro sia utile per chi verrà dopo di noi» dice Manzoni al cugino. «Vorrei che influenzasse il modo di scrivere, e anche di parlare, della gente. L’Italia non è unita anche perché non ha una lingua unita.» «Vuoi influenzare il futuro di una nazione che ancora non c’è?» Lo incalza il cugino. «Se vuoi chiamarmi così, uno che influenza una lingua che non c’è, mi sta bene. Ne morirei contento, è quel che voglio. Ma i meriti vanno anche alla signorina che mi siede accanto.»

La signorina che siede accanto a Manzoni è una editor ante litteram. Il suo nome è Emilia Luti e viene da lui affettuosamente chiamata la Fiorentina e, con molta pazienza e affetto, lo aiuta a sciacquare i suoi “cenci” in Arno, a rendere più fruibili e meno lombardi i termini e le locuzioni utilizzati nelle prime edizioni di quelli che, affettuosamente in famiglia, vengono chiamati i “Fidanzati”.

La Correttrice non è però solo la storia di una revisione linguistica ma anche la ricostruzione di una vicenda che parla di Manzoni, della sua famiglia, delle sue paure, dei suoi abbandoni, delle sue malinconie, della sua infanzia, di una madre affettuosa ma anche distratta, delle sue mogli, di maternità e paternità … di amore e vocazione, di ricerca e smarrimento di sé, di persone che si perdono e riconoscono nella distanza della fede, in tutto quello che rende uomini e donne veri e autentici.

Allora, che sapore rimane?

Ci piace riportare questo passaggio: «Emilia apre l’incarto con troppa fretta: porta con sé, o forse lo immagina, gli odori della sua casa, carne arrostita la domenica e ciclamini per il cimitero, e poi l’aria di Firenze, ciambelle fritte e salami, quei profumi ghiotti che sembra abbiano il sapore delle nuvole di maggio, se si potesse immergervi la faccia...»

Un ringraziamento alla Casa Editrice che ci ha gentilmente fatto dono di copia stampa.





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