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IN USCITA OGGI

SE SOLO IL MIO CUORE FOSSE DI PIETRA di Titti Marrone, 2022 Feltrinelli

Cosa ne è stato dei reduci dai campi di sterminio? E, soprattutto, cosa ne è stato dei molti bambini deportati, oppure nati, ad Auschwitz, Terezin o affidati dai genitori a vicini di casa, parenti, conoscenti oppure vissuti nascosti per molti anni?


Titti Marrone, in questo suo ultimo romanzo, edito da Feltrinelli e in uscita oggi, ricostruisce le storie dei bambini accolti e accuditi a Lingfield, la bella villa nella campagna londinese di proprietà di sir Benjamin Drage.

Qui, grazie all’iniziativa di Anna Freud e di Alice Goldberger, sua collaboratrice, si cerca di ridare speranza a chi non ne ha più.

Si tratta di venticinque bambini, dai cinque ai quindici anni, reduci da vicende terribili, spesso rimosse ma, poco per volta, recuperate, elaborate, accettate grazie all’aiuto di Alice e dei suoi amici e assistenti: Sophie, Manna, Lydia, Oscar Friedman.

Da Terezin, vicino a Praga, provengono Jack, il bimbo che ha paura del bus, Leah dagli occhi strabici, Berl, che tortura gli animali, Zdenka, che parla con una spilla, Martha, la diffidente; da Auschwitz Julius, che fugge spesso su di un albero del giardino, Tatiana e Andra, due sorelline di Fiume, Shana, che vuole cancellare il numero inciso sul suo braccio; da orfanotrofi o conventi di suore: Magda e Hedi, figlia delle sorella di Magda e quindi sua “nipote”, Eva torturata da peccati inesistenti; infine, quelli sopravvissuti rimanendo nascosti, spesso da soli, al buio, in piccoli pertugi: Ervin, Judith, Mirjam Charles.

Alice pur confessando ad Anna Freud che: “ A volte vorrei avere un cuore di pietra per non essere sopraffatta dal dolore” e pur soffrendo di lancinanti dolori alla schiena, riesce a far fronte ai molteplici problemi legati al “recupero” dei ricordi dei suoi bambini e a garantire, per quasi tutti, un futuro migliore.

Qualcuno riceverà affetto da famiglie adottive capaci di accoglierli con l’amore che non hanno conosciuto, altri riusciranno a trovare i genitori, altri andranno a vivere nei Kibbutz appena costituiti in Palestina, altri riusciranno infine a trovare lavoro e/o a sposarsi e ad avere figli propri.

L’odore che rimane?

Sicuramente quello del profumo di farina, di pane appena sformato, dei dolci che Sophie prepara per i suoi bambini: profumo di infanzia felice.


Un ringraziamento alla Casa Editrice che ci ha gentilmente inviato copia stampa.

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