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L'ANGOLO GIALLO DEL VENERDI': LA STAZIONE di Jacopo De Michelis, Giunti 2022

Ha molte piacevoli particolarità questo thriller: per esempio inizia con l’attesa di un omicidio che ancora non c’è. Ci sono, è vero, i segni che avverrà: cadaveri straziati di animali disseminati nella Stazione Centrale di Milano; l’attesa diventa un crescendo magistrale, non ci si stacca dal libro e si seguono passo passo le indagini “preventive” dell’ispettore Riccardo Mezzanotte. Il quale è un detective del terzo tipo, cioè un giovane che non ha risolto il rapporto con il padre, mitico poliziotto pure lui (e fin qui tutto normale per un giallo), che è affetto da un inguaribile bisogno di dimostrare la sua carica ideale (e anche questo è frequente), ma non è per nulla depresso dalle inevitabili frustrazioni cui va incontro, come di solito succede a tutti gli ispettori, ma anzi reagisce aumentando l’energia con cui ficca il naso dove non dovrebbe, instancabile, capace di fare a botte e di prenderne un sacco incassandole come niente per poi mettersi in un altro guaio peggiore. Un diesel delle indagini, dal cuore tenero.


De Michelis mette in campo man mano molti altri personaggi; ognuno con una propria storia particolare aggiunge un pezzetto alla vicenda (che infatti è molto corposa, quasi un romanzo di avventura), una specie di plusvalore, così come lo è la sua abilità nel tratteggiare un ambiente misterioso e oscuro in cui queste figure si muovono. Nessuno passerà più per la Stazione Centrale leggero come prima, dopo averlo letto!


Resta il sapore di kahwah, il tè verde con cardamomo, chiodi di garofano e cannella che gli viene offerto nelle viscere tetre della Stazione da un gruppo di profughi afgani persi nei meandri della burocrazia, ma che alla luce di una flebile fiamma hanno ricostruito un piccolo accampamento e mantengono un briciolo di dignità e di fierezza.




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