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LA RECENSIONE DEL MERCOLEDI': LIVELLI DI VITA di Julien Barnes, trad. Susanna Basso, Einaudi 2013

"Quello che già sapevo era che funzionano solo le vecchie parole: morte, pena, dolore, tristezza, crepacuore. Nessuna moderna perifrasi o diagnosi scientifica. Il dolore è una condizione umana, non clinica, e, sebbene esistano pillole che aiutano a dimenticarlo - quello e ogni altra cosa - non esistono farmaci in grado di guarirlo. I dolenti non sono depressi, sono semplicemente, giustamente e matematicamente («si soffre nell’esatta misura di quanto vale la perdita») tristi.


Tre pionieri dell’aria cercano di vivere ad un livello quasi divino, e i loro ironici ritratti occupano la prima parte di questo strano libro; l’autore rimasto vedovo vive invece ad un livello infimo, un livello che chi non ha attraversato il tropico del dolore fatica a capire.


Orfeo è sceso ad un livello ancora più basso, nel mondo dei morti, a cercare la sua sposa. Ma a noi umani di oggi questo è precluso, quello che possiamo fare è immergerci nei ricordi. E poi possiamo “elaborare il lutto”, un lavoro di cui non ci è chiaro nemmeno il senso: significa ricordare o dimenticare? Andare avanti o restare fermi?


Non stona abbinare a questo strano libro una coppa di champagne, come quella con cui i pionieri del volo brindavano alle loro avventure, lassù, fra le nuvole, Perché è lo spirito di avventura che conduce Barnes in incursioni nella nuova geografia in cui vivono i “dolenti” con occhio acuto, intelligente, perfino ironico e, a suo modo, di aiuto.



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